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Come scrivere un libro: alcuni consigli

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Sono tante, tantissime le persone che vorrebbero scrivere un libro di successo e vedere così la propria opera esposta sugli scaffali delle librerie di tutto il Paese. Per la maggior parte degli aspiranti scrittori, però, questo è destinato a rimanere solamente un sogno, e niente di più, in quanto gli ostacoli che si frappongono tra un aspirante romanziere e il successo letterario sono tanti, diversi, noti e meno noti. Del resto, è proprio questo che rende così speciale l'Olimpo degli scrittori, ovvero il fatto che pochi, anzi, pochissimi riescano effettivamente ad accedervi. Tentare, però, di certo non nuoce, anzi: scrivere un libro è una delle attività più belle ed entusiasmanti che una persona possa intraprendere, e nessuna delle ore passate davanti ad uno scrittorio – o di fronte ad una tastiera – è da considerarsi persa.

Prima di parlare nel concreto di come scrivere un libro di successo, però, voglio fare una premessa fondamentale: non esistono formule miracolose o regole assolute da seguire. E questo essenzialmente per  due motivi. Se esistessero delle formule prestabilite, diventare dei scrittori famosi e apprezzati non sarebbe poi così difficile; per quanto riguarda le regole, ebbene, non possiamo certo personale che le regole seguite nella Russia ottocentesca da Fëdor Michajlovič Dostoevskij possano valere in tutto e per tutto anche per noi.

Tenendo a mente questo presupposto fondamentale, possiamo andare a scoprire quali sono i passaggi essenziali per scrivere un libro. Lungi dall'essere una vera e propria guida per scrivere un romanzo, questa pagina potrà essere piuttosto vista come una collezione di consigli per avvicinarsi di qualche passo al proprio obiettivo.

Scrivere un libro: come iniziare

Qualsiasi sia il libro che tu vuoi iniziare a scrivere (un romanzo d'avventura, un giallo, un libro autobiografico, una raccolta di poesie) devi partire da un'idea, da uno stimolo, insomma, dal motivo d'essere dell'opera che andrai a creare. C'è chi si appresta a scrivere un libro avendo già in mente l'intera architettura della storia, sapendo quindi già non solo come inizierà, non solo come andrà a finire, ma anche quali saranno i passaggi attraverso i quali il lettore verrà trascinato dalla trama. Altri scrittori, invece, partono da un'impressione, da una piccola intuizione, da un dettaglio, da un ricordo, da una madeleine, e con quella sola scintilla iniziano la scrittura della propria opera, andando via via a delinearla pagina dopo pagina, illuminazione dopo illuminazione.

Per alcuni l'inizio di un libro può costituire la parte più difficile dell'intero lavoro. Chi non è abituato a fronteggiare la pagina bianca, chi quotidianamente non scrive null'altro che qualche sms non potrà che avere delle grosse difficoltà iniziali. Eppure per cominciare a scrivere il proprio romanzo non serve fare altro che, per l'appunto, iniziare, scrivendo nel modo migliore possibile, certo, ma senza farsi prendere dallo sconforto di fronte al proprio intercedere arrugginito, e senza prestare un'eccessiva attenzione alla forma – perlomeno durante la prima stesura. Come diceva Ernest Hemingway, infatti, «la prosa è architettura, non è decorazione di interni».

Il metodo giusto per scrivere un romanzo

Di certo non mancano i consigli dei grandi lumi per scrivere romanzi. Lo stesso Hemingway ci ha lasciato dei consigli preziosi, e così hanno fatto tanti altri scrittori, da Umberto Eco a Stephen King, passando per il famoso saggio 'Perché scrivo' di George Orwell e le sempre utili lezioni di Chuck Palahniuk.

Quest'ultimo, per esempio, consiglia agli scrittori novelli di seguire il cosiddetto 'metodo di scrittura da timer da cucina'. Si tratta, in parole povere, di un espediente organizzativo teso a spingere alla scrittura regolare tutti quegli scrittori che, intimoriti dalla pagina bianca, tendono a rinunciare dopo pochi tentativi. Il metodo di Palahniuk – da usarsi nel momento in cui non si ha alcuna voglia di scrivere, ma si sa di doverlo fare – consiste nel sedersi davanti al proprio manoscritto e di impostare il timer a 60 minuti: fino allo scadere dell'ora, è obbligatorio stare seduti e impegnarsi sul proprio romanzo. Dopo il suono della campanella lo scrittore che non ha ancora voglia di scrivere sarà libero di fare qualcos'altro, ma va detto che nella maggior parte dei casi, dopo 60 minuti, si sarà talmente presi dalla scrittura da non sentire quasi la sveglia del timer. Lo scrittore statunitense ha tra l'altro sottolineato che, al posto del timer, sono perfette anche lavatrici e lavastoviglie, così da concedere eventuali pause alla nostra mente per riporre le stoviglie o stendere i panni.

La musa ispiratrice, in molti casi, non arriva dunque da sola. Come sottolineato a più riprese da Stephen King, per saper scrivere un libro è necessario leggerne regolarmente tanti altri, andando oltre la lettura superficiale, così da carpire le varie tecniche usate dallo scrittore, e magari appropriarsene. Di più: il maestro della fantascienza e dell'horror raccomanda di condensare la scrittura di un romanzo in non più di tre mesi, per donare uno stile uniforme all'opera. Molti scrittori in erba, per stringere le tempistiche, si danno così delle scadenze, decidendo per esempio di scrivere almeno 3.000 parole al giorno: per alcuni, però, una tale regola finirebbe per strozzare sul nascere la passione necessaria per arrivare fino in fondo.

Dalla scrittura alla pubblicazione

Una volta terminata l'opera, è ora di renderla pubblica al mondo. Prima di poter stampare il libro e distribuirlo in tutta Italia, devi trovare un editore... oppure no! Scopri nella nostra guida come pubblicare un libro in totale autonomia, buona lettura! 



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